Editoriale

«E io rottamo le michette per i cani»

MILANO – Rinaldo Bedon «rottama» pane dal 2000, in via Palermo 9 a Buccinasco. Gli spiaceva che i clienti lo buttassero via, da qui l’ idea: lo sconto del 15% sul pane fresco a chi riportava indietro quello raffermo. «Doveva essere un esperimento, sono passati dieci anni. All’ inizio ha incuriosito la novità, adesso chi viene da me è abituato. E quasi nessuno vuole più lo sconto: a parte un paio di pensionati, gli altri preferiscono fare beneficenza». Perché con il tempo l’ iniziativa si è evoluta. I panini che tornano indietro vengono portati al canile di Vigevano, e questo non è cambiato: ci pensa Marika, che a dispetto dei suoi 82 anni ogni sabato carica la Seicento con i sacchi pieni e parte in missione verso il canile. Ciò che si è perfezionato, invece, è la destinazione di quel 15 per cento in meno sulle rosette (e non solo), che da qualche anno ha il volto di Adil Khan, un bambino pachistano di nove anni adottato a distanza dal Panificio Bedon. «Ogni anno riesco a mettere da parte 300 euro con lo sconto. Ho cercato di diversificare, all’ inizio mi sono rivolto anche ad associazioni del posto che si occupano di disabili». Rinaldo il panettiere metterebbe a disposizione pure le focacce e i prodotti deperibili che la sera è costretto a buttare. «Tre anni fa ci aveva pensato mia figlia Carlotta, che ai tempi faceva la tirocinante di psicologia in un centro di ascolto a Milano, e ogni giorno dal lunedì al venerdì attraversava la circonvallazione in auto. Veniva a prendere i resti al mattino presto e poi li distribuiva ai lavavetri che incontrava ai semafori. Ormai tutti riconoscevano la sua macchina verde», racconta papà Bedon. Non è facile, però, trovare qualcuno disposto a occuparsene oggi. «Proprio in questi giorni ho provato a mettermi in contatto con i City Angels, ma senza successo». A Vigevano, invece, il pane continua ad arrivare puntuale. E serve a completare (non sostituire) il pasto dei 160 cani e delle svariate gallinelle e nutrie che vivono nei paraggi. Racconta Cinzia Sartorello, una dei volontari: «Abbiamo un raccoglitore fuori dal cancello per i nostri “benefattori”. Però precisiamolo: i panini secchi sono come biscotti, per i quattrozampe, vanno dati con parsimonia. Mi sento comunque di incoraggiare la generosità di chi ce li porta». Elvira Serra RIPRODUZIONE RISERVATA

Serra Elvira
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